IL SERVIZIO SOCIALE BISTRATTATO

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Sicurezza a rischio nel presidio di Japigia
Conveniamo che i recenti fatti verificatisi nel quartiere Japigia allarmino, e non poco, l’Amministrazione comunale, tanto da convincerla a confermare un presidio in quelle zone, che diventa non solo una presenza dello Stato che non arretra di fronte all’arroganza e alla devastazione e che porta con se’ violazioni di legge ma rappresenta anche un aiuto e un supporto ad utenti che non devono sentirsi abbandonati.
Ma di sicuro non è questo il modo.
La conferma della permanenza di un servizio sociale composto da sei operatori fra assistenti sociali ed educatori professionali, sfornito, oltre al resto, di supporto amministrativo, non può offrire l’efficienza e l’utilità necessaria a quella popolazione
Ma non solo.
Abbiamo visitato i locali in cui il personale, gli operatori del servizio, dovrebbe essere collocati. E’ vergognoso e mostra quale considerazione questa Amministrazione riserva agli operatori sociali, relegati in un sottoscala che non può che essere adibito, nel migliore dei casi, a magazzino. Parliamo di locali raggiungibili dopo una rampa di scale (nel ventre dello stabile) a destra della quale c’è un cunicolo dove utenti arrabbiati o fuori di testa potrebbero aggredire indisturbati chiunque. Poi si accede a sinistra in un grande stanzone, la cui pulizia dei vetri trascuriamo di commentare. E ancora a sinistra, uno stretto e buio corridoio porta a due stanzette che possono ospitare altrettanti (2) operatori che se isolati e aggrediti o se scoppiasse un incendio o un caso di emergenza di altro tipo, rimarrebbero sicuramente intrappolati come topi, poiché non ci sono uscite di emergenza utilizzabili.
A parte la condizione priva di dignità in cui sono infilati e ridotti professionisti del welfare che in questi anni di magra e di tagli, hanno lavorato indefessamente e senza risparmiarsi, gli unici in tutto il Comune a non avere un riconoscimento professionale ed economico che li ripaghi dei sacrifici fatti e della competenza e professionalità acquisita, noi vogliamo richiamare il Comune alle sue responsabilità, che sta firmando e consegnando in questo modo carta bianca a quanti si vogliono accanire contro questi operatori, catena ultima di un welfare insufficiente, vittime sacrificali di una crisi che tarda a finire. Sottoposti a rischio certo di incolumità fisica.
Difficile constatare con delusione che inutilmente sono trascorsi questi anni e i tanti tavoli e i documenti prodotti finalizzati a valorizzare e premiare oltre che tutelare questi lavoratori. Questa Amministrazione continua in una forma di accanimento che non trova eguali e la dimostrazione concreta appare sempre più evidente.
Malgrado per tempo abbiamo indicato i rischi a cui la struttura di Japigia espone i lavoratori, L’Amministrazione conferma, peggiorando, una condizione di collocazione ancora peggiore e notevolmente a rischio, per questi operatori!
Noi non ci stiamo. Da ora lo stato di agitazione, che riparte da questo ennesimo stato di degrado in cui si vuole lasciare il servizio sociale, si articolerà con ogni forma di protesta e pubblicità per modificare questa cronaca di degrado annunciata, perché non si scherza con la dignità e con la vita di nessuno, soprattutto con chi per professione e mission la vita degli altri la tutela e promuove ogni giorno.
E oltre quanto esposto, vogliamo ritornare a parlare e a realizzare le nostre proposte di riorganizzazione, che renderebbero maggiormente efficiente un servizio fondamentale per la cittadinanza e che avrebbe bisogno non di un restyling apparente ma soprattutto di una volontà politica che vuole bene prima di tutto ai cittadini, utilizzando nel modo più consono professionalità importanti.
Chiediamo dunque sin da subito un incontro urgente per chiarire una situazione che questi Sindacati non sono più disposti a tollerare.
       
            Cgil Fp                              Uil Fpl    
       (f.to Tomaselli)              (f.to De Gregorio)