#Contrattosubito

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Il 28 novembre, compagne/i, dobbiamo essere pronti ancora una volta alla mobilitazione. Unitariamente con CISL, UIL e la Scuola.
Prosegue, dunque, il nostro percorso di mobilitazione, cominciato già da molto tempo, con l’attacco concentrico e continuativo al Pubblico impiego perpetrato ormai da molti governi.

Il mercato del lavoro ha subito una rivoluzione e noi siamo rimasti con contratti fermi nel tempo, cristallizzati al 2009, e con qualche spicciolo che il Governo ci vuole elargire per (dis)onorare la sentenza della Consulta.

Una sentenza che, disconoscendo il pregresso, fa perdere soldi e potere d’acquisto agli impiegati pubblici cui si aggiunge uno stanziamento vergognoso in Finanziaria. 8 euro lordi circa, lasciando fuori metà dei lavoratori pubblici, per ogni singolo addetto delle amministrazioni centrali (ministeri, parastato e agenzie centrali) e dell’istruzione (scuola pubblica, università, ricerca).
Un totale di cinque caffè al mese!
Per gli altri comparti (sanità, enti locali, camere di commercio, vigili del fuoco) la partita si disputerà su altri tavoli.

L’ennesima umiliazione per i lavoratori pubblici dopo una serie di norme afflittive che partono dal 2008 – tagli lineari alle spese dei Ministeri, mancata copertura del turn-over, con oltre 300mila posti persi a livello nazionale, blocco dei contratti, riduzioni del salario accessorio, e professionalità mortificate – che hanno prodotto risparmi per oltre 10 miliardi all’anno per le casse pubbliche, determinando un violento peggioramento delle retribuzioni e delle condizioni di lavoro.

La legge di stabilità, con le scelte operate dal Governo, continua con lo svilimento della dignità professionale e della condizione economica dei lavoratori, in uno screditamento continuo operato parallalemente anche sui media. Inoltre si glissa sul futuro dei precari né si incentiva l’occupazione, a causa delle misure che bloccano ancora in larghissima parte il turn-over e non
incoraggiano la flessibilità in uscita.

Una legge di Stabilità disconosce i diritti dei lavoratori e non investe nelle Amministrazioni pubbliche e nell’innovazione, rinnegando crescita e competitività nel Paese.
Dunque, la nostra mobilitazione grida a gran voce il rinnovo del contratto, per il diritto alla contrattazione e ad un salario giusto ma vuole ricordare ai cittadini che Scuola, Sanità, Sicurezza, Servizi pubblici, Autonomie locali, Soccorso pubblico, Fisco, Università, Ricerca, Cultura sono funzioni esercitate dal pubblico e garantiscono a tutti pari opportunità e benessere.

Per noi, per loro, per il futuro di tutti noi continueremo a combattere. Per restituire una speranza a tutti, bambini, donne, anziani.
Forza compagni, prendiamo le nostre bandiere.
Noi non ci arrendiamo. Questo e’ ancora il tempo della lotta.

Domenico Ficco
Segretario Generale FP CGIL BARI